La storia del Chioccolo e dei Chioccolatori
Il chioccolo è uno strumento che tutt'ora viene utilizzato in una tecnica venatoria
molto antica che si pratica utilizzando richiami acustici a fiato, detti appunto “chioccoli”,
coi quali si attirano gli uccelli migratori comuni (soprattutto merli e tordi).
Il termine “chioccolo” deriva da “chioccolìo”, con cui si identifica il verso del merlo.
Il chioccolo è diffuso in diverse parti di Italia e, a seconda della zona, viene realizzato con
materiali differenti (ottone, metallo e legno principalmente).
I materiali utilizzati per la realizzazione di questi strumenti spaziano dal rizoma dell’erica
(detta anche “scopo maschio”) ad alcuni legni come quello di fico o quello di ulivo.
Il chioccolo classico è composto di tre parti: il merlo, la “loccaiola” e la zampogna
(detta anche “civetta”). Chioccoli più semplici, realizzati in ottone o più semplicemente in
latta, si presentano come fischi sagomati concavi, con un foro preciso, saldati a stagno da
una fascetta. Esistono chioccoli maschi e chioccoli femmine, a seconda della tonalità
del suono prodotto: una più cupa, che imita il verso del merlo maschio, e una più acuta,
che imita il verso della femmina. C’è poi il chioccolo del tordo sassello, quello che imita
il verso della civetta e anche il cosiddetto “chioccolo maremmano”, che unisce tre chioccoli
ed è un po’ più grande e scomodo da maneggiare.
Il chioccolo fa così parte della storia della sagra tricesimana e la gara che si tiene
a coronamento della mattinata di festa racchiude in sé tutti gli elementi del folklore
e della tradizione.